Page 48 - Atti convegno Ramazzini 2024
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ingrandiscono grazie all’immissione di nuovi affluenti” [22].
Ramazzini risponde anche a un’obiezione molto concreta: viaggiando si ha
poco tempo per leggere libri, fondamentali per il medico. Ma egli ribatte con
forza che i libri, pur importanti, non possono sostituire l’insegnamento vivo degli
uomini: “i libri […] sono maestri muti” [22], mentre “il medico in viaggio può
disporre di tanti maestri (ma parlanti e in grado di risolvere dubbi) quanti sono
gli uomini dotti ed esperti che riesce ad incontrare” [22]. In questo senso, Ra-
mazzini valorizza la presenza come strumento didattico privilegiato: “ognuno di
noi ha fatto esperienza di come sia efficace la viva voce di chi parla, e di come le
parole pronunciate si imprimano più a fondo nella memoria di chi ascolta” [22].
La raccolta delle osservazioni, dei consigli e delle esperienze deve essere
sistematica: “annotando subito e senza indugio in apposite schede o a matita
tutto quello che riterrà degno di studio” [22]. Ramazzini cita esplicitamente
l’esempio di Plinio il Vecchio (23–79 d.C.), che durante i suoi viaggi si faceva
accompagnare da uno scriba per annotare tutto.
Non meno importante è l’osservazione della natura nei diversi territori: “alcu-
ne [città] hanno minerali, fossili, solfori, sali, pietre, marmi, bitumi; altre diversi
tipi di acque” [22]. Qui emerge un tratto fondamentale del pensiero ramazzinia-
no: il rapporto tra ambiente e salute, ispirato alla dottrina ippocratica delle “arie,
acque e luoghi”, che rappresentava uno dei cardini della riflessione medica
dell’epoca. Ricordiamo che Ramazzini tradusse questi principi in una serie di
indagini concrete, come testimoniano le Constitutiones epidemicae mutinenses
(1690-1694), che documentavano il legame tra epidemie umane, epizoozie ani-
mali e infezioni parassitarie delle piante nel territorio modenese.
Infine, Ramazzini ammonisce che il viaggio non è solo occasione di crescita
culturale, ma anche di affermazione professionale: “chi avrà seguito ogni buona
regola, una volta tornato in patria spiccherà su tutti gli altri” [22]. Per questo un
altro aspetto su cui Ramazzini insiste è l’atteggiamento del viaggiatore: cortesia,
umiltà, desiderio sincero di apprendere devono caratterizzare ogni incontro: il
medico viaggiatore non deve atteggiarsi a maestro.
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