Page 23 - Atti convegno Ramazzini 2024
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cloache della città (8).




              La raccolta della poltiglia putrida e le condizioni di lavoro degli ad-
            detti alle cloache

              Le condizioni di lavoro dei fognaioli e degli addetti alla periodica pulizia delle
            cloache erano tutt’altro che facili.  Si può facilmente immaginare la cloaca visi-
            tata da Ramazzini: un ambiente angusto dove si raccoglieva la poltiglia putrida
            proveniente dalle latrine della casa, un ambiente malsicuro dal quale i liqua-
            mi confluivano nei canali cittadini, un ambiente malsano nel quale i fognaioli
            esercitavano la loro attività. È plausibile speculare che il Magister sia stato at-
            tratto dall’olezzo sgradevole di un ambiente impregnato dalle incrostazioni di

            materiale fecale. Per indicare quel luogo ripugnante, egli ha utilizzato il termine
            camarina, termine che, come ha spiegato da Orianna Baracchi nel suo saggio
            sui canali di Modena (8), è stato usato dai modenesi fino a non molti decenni or
            sono per riferirsi alla latrina. La camarina, il camerino, era un infelice peculiarità
            di quel tempo. Era un gabinetto privato che scaricava i liquami direttamente nei
            canali, un gabinetto privato che da molti secoli costituiva un diritto dei proprietari
            delle case costruite sulle sponde dei canali stessi. Ed è proprio in uno di questi
            ambienti sordidi e ripugnanti che avviene l’incontro di Ramazzini con il fognaiolo
            intento a sgobbare solitario con zelo indefesso per rimuovere il sudiciume ma-

            leodorante che incrostava le pareti di quel lurido antro.

              Le parole iniziali del capitolo xiv della Diatriba testimoniano che è proprio
            l’odore pestilenziale ad attrarre l’attenzione del Magister. Con poche magistrali
            parole, esorta i colleghi azzimati a visitare quel luogo indecente. Nondimeno,
            vano è il suo invito ad abbandonare gli ambienti eleganti e profumati che essi
            avevano l’abitudine di frequentare, ambienti signorili e odorosi dove si prepara-
            vano le medicine, per recarsi nelle latrine ad osservare il pestifero lavoro svolto
            in quel luogo. Egli si dimostra perplesso circa la reale disponibilità di quei me-
            dici distinti a inoltrarsi nelle cloache maleodoranti (Figura 2). Le parole che usa
            non sono prive di ironia. Non si limita ad esprimere solo dubbi.  Al contrario, è




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