Page 18 - Atti convegno Ramazzini 2024
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mitigate harm.
The observations in Chapter xiv encompass well-established fields including
working
Un accademico a tutto tondo
ernardino Ramazzini è stato un accademico a tutto tondo
(Figura 1). Così è stato definito dallo storico padovano Loris
Premuda (1) e più di recente da Francesco Carnevale (2).
Perché a tutto tondo? Egli era ben consapevole dei doveri
Bdel medico, doveri che ha richiamato nelle sue costituzioni
(3). Ha manifestato riprovazione per la condotta di quei medici, soprattutto di
quelli più in vista, impegnati in attività per lo più prive di reale utilità, medici che
erano mossi dalla sola ambizione di gloria. Allo stesso modo si è dimostrato
intransigente nei confronti di quei docenti che, pur godendo di qualche prestigio
come studiosi e insegnanti, trascuravano l’assistenza del malato.
Al contrario di molti suoi contemporanei, egli rappresenta l’ideale dell’acca-
demico completo: curava i malati, teneva corsi di insegnamento, realizzava studi
originali. In altre parole, impersonava compiutamente l’essenza della medicina
accademica, spesso paragonata a uno sgabello a 3 gambe che simboleggiano
l’insegnamento, l’assistenza sanitaria e la ricerca. I più maturi tra i lettori non
possono dimenticare i capiscuola con cui hanno avuto il privilegio di studiare.
Maestri che sono stati brillanti insegnanti, abili ricercatori e valenti clinici. Tra i
docenti modenesi che in passato hanno svolto questa triplice funzione di lea-
der clinico, di stimato insegnante e di magistrale studioso si deve menzionare
l’internista ed epatologo Mario Coppo. Tra le figure di rilievo di un passato più
recente, molti hanno apprezzato l’autorevolezza e la rettitudine di Federico Ma-
nenti e Nicola Carulli, clinici e ricercatori, nonché iniziatori di quella tabella xviii
del 1986, croce e delizia dei corsi di medicina.
Oggi è insolito trovare docenti capaci di combinare queste tre caratteristi-
che. Le crescenti richieste della pratica medica e la necessità di competere nel
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