Page 76 - Atti convegno Ramazzini 2024
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gari e sordidi. Come piace ricordare a Ramazzini alcuni scritti del Cristianesimo
             delle origini propongono, in alcuni casi ma non con una inversione immediata e
             generale di tendenza, giudizi meno negativi nei confronti delle attività lavorative
             e dei lavoratori anche a ragione dei mestieri esercitati dai congiunti di Gesù e
             da alcuni Apostoli. La Seconda lettera ai Tessalonicesi di Paolo Di Tarso esorta
             all’operosità e si chiude col celebre motto “chi non vuole lavorare, neppure

             mangi” (7).

               Il lavoro, l’attività lavorativa manuale, “meccanica” ha accompagnato l’uomo
             fin dalla notte dei tempi, eppure soltanto tra Medioevo e Rinascimento esso
             entra fra i temi della letteratura con uno spazio sempre più vasto ed importante.
             Architetti, chimici, meccanici, artisti ed artigiani, giuristi, enciclopedisti si occu-
             pano in maniera moderna di lavoro e lavoratori principalmente per tesserne le
             lodi, per accrescere e migliorare la produzione, per meglio coltivare ed impiega-
             re vecchie e nuove materie prime applicando nuove procedure o migliorandone
             alcune preesistenti.

               L’entrata delle professioni e dei mestieri nella letteratura prima in lingua latina
             e poi anche in volgare si può dire che venga inaugurata dal medico Leonardo

             Fioravanti con lo Specchio di tutte le scienze, opera pubblicata a Venezia nel
             1564 e in seguito più volte ristampata. Nel suo primo libro, oltre ai vari capitoli
             sulla medicina e sulla grammatica e la retorica e le altre arti liberali, ci sono ca-
             pitoli sull’agricoltura, sull’arte del fabbro, sui beccari, osti, sarti, tessitori, spezia-
             li, fonditori, marinai, commercianti, cosmografi, calzolai, cuoiai, stampatori ecc.;
             l’opera è arricchita da aneddoti e descrive quelle professioni e quei mestieri
             elencando le cassette degli attrezzi di ognuna di esse e le tecniche impiegate,
             tanto da esprimere e diffondere una vera cultura dei lavori manuali. Fioravanti
             esprime anche un giudizio etico, scrive che quello della lana è un lavoro che

             è molto redditizio per chi lo ordina, per i mercanti, ma ai poveri lavoratori che
             lo fanno offre oltre che la fatica un magro guadagno (8). Circa 20 anni dopo
             compare La piazza universale di tutte le professioni del mondo di Tomaso Gar-
             zoni una enciclopedia di un migliaio di pagine in ottavo, frutto di palesi plagi,
             dedicata a 155 professioni o gruppi di lavori; la trattazione risulta sistematica,



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