Page 70 - Atti convegno Ramazzini 2024
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la successione: divide in due parti il capitolo XXX, separando le malattie dei
             pescatori da quelle dei rematori, quindi sistema Le malattie dei marinai e dei
             rematori nel Supplemento del 1713, sposta il capitolo sulle malattie dei pesca-
             tori alla fine del trattato concludendolo così con tre capitoli che raggruppavano
             i mestieri di coloro che svolgono la loro attività sulla superficie terrestre, esposti
             agli effetti degli elementi naturali, le malattie dei contadini, quelle dei pescatori

             e quelle dei soldati. Gli agricoltori, i pescatori, i militari rimandano per contrasto
             ai minatori: l’opera si apriva con la trattazione di un lavoro eseguito nelle viscere
             della terra e si chiudeva in specularità con la descrizione di mestieri legati ai tre
             elementi intorno ai quali nel corso del trattato sono stati raggruppati mestieri e
             malattie ad essi collegate. Il capitolo sulle malattie dei letterati, anche se logica-
             mente si collegava alle malattie acquisite attraverso la posizione e i movimenti
             non fisiologici del corpo, viene staccato dal nucleo centrale dell’opera; presen-

             tato come Dissertazione, va a costituire una sezione distinta del trattato, che si
             arricchisce di un Supplemento, dove sono prese in considerazione altre dodici
             professioni con le malattie indotte dal loro esercizio, e della dissertazione sulla
             tutela della salute delle vergini religiose.

               Nel 1713, tuttavia, Ramazzini non interviene solo a livello di macrostruttu-
             ra ma introduce anche delle varianti: alle categorie di professionisti afflitti da
             disturbi legati all’esercizio della parola, come gli oratori, i filosofi, gli avvocati,
             aggiunge “i professori dell’Università di Padova”; elimina la lettera a Fortunatus
             Vopiscus Plemp, medico e professore a Lovanio presente nella prima edizione;
             una volta distinti gli uomini di lettere dai lavoratori manuali ne affronta le ma-

             lattie con minore circospezione rispetto al 1700. Nella princeps, proprio perché
             le malattie dei letterati erano trattate subito dopo quelle dei militari, avviava il
             capitolo con una metafora attinta dal linguaggio militare, quindi giustifica questa
             presenza insistendo sulla bassa estrazione sociale di chi intraprende il mestie-
             re di letterato. Si pensa che Ramazzini voglia premunirsi da possibili critiche,
             cosciente del fatto che sulla salute dei letterari non risulta essere veramente
             originale, considerando l’opera molto nota di Marsilio Ficino ed anche gli scritti
             di Guglielmo Grataroli, De literatorum et eorum qui magistratibus funguntur con-




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