Page 109 - Atti convegno Ramazzini 2024
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acaricidi, fitoregolatori e repellenti. L’esposizione a prodotti fitosanitari interessa
            sia direttamente le persone che lavorano nel settore agricolo che indirettamente
            la popolazione generale potenzialmente esposta attraverso il cibo e l’acqua,
            l’aria che respiriamo nelle zone agricole e urbane e attraverso il contatto con
            eventuali residui di pesticidi depositati sui terreni circostanti.




              L’approccio omico

              Uno degli aspetti di ricerca maggiormente innovativi che sta affrontando il Di-
            partimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale dell’INAIL
            riguarda l’introduzione degli approcci omici, ossia di quell’insieme di principi
            operativi e di strumenti biotecnologici in grado di valutare globalmente un’intera

            classe di macromolecole biologiche e/o l’insieme dei metaboliti presenti a livello
            di singole cellule e tessuti, in termini di andamento temporale e soprattutto in ri-
            sposta a esposizioni singole o combinate. Questi approcci stanno rivoluzionando
            l’intero settore della clinica e della medicina preventiva, comprese la medicina
            occupazionale e ambientale, e sono affiancate con sempre maggiore successo
            agli studi di esposizione eseguiti attraverso il monitoraggio ambientale e il bio-
            monitoraggio di indicatori di dose e di effetto.

              Particolarmente importanti al riguardo, oltre alla genomica, sono le tecniche
            proteomiche, metabolomiche e, più recentemente, epigenomiche (ossia quelle
            in grado di rilevare singole categorie di modificazioni epigenetiche, quali i pattern

            di metilazione del genoma e i profili dei microRna). Al di là delle problematiche di
            natura tecnico-operativa e dei costi, che concorrono a ostacolare l’applicazione
            delle omiche, la maggior limitazione attuale legata all’utilizzo di questi approcci
            è  connessa all’interpretazione in termini funzionali e fisiopatologici dei risultati
            che emergono dall’uso delle omiche stesse  e che richiedono la elaborazione di
            una gran quantità di informazioni per correlare i risultati stessi a una esposizione
            lavorativa a uno specifico agente di rischio o a più agenti.

              Questo aspetto si ricollega immediatamente alla necessità di raccogliere una
            quantità enorme di dati, elaborarli ed estrarne il significato biologico e biochi-



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