Page 87 - Atti convegno Ramazzini 2024
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a tutelare il benessere e la salute dei lavoratori e nel contempo iniziarono a ve-
            rificarsi   movimenti di protesta che portarono a scioperi repressi violentemente
            dal Governo. Situazione che il Papa Leone XIII aveva, già nel nel188, denunciato
            con la pubblicazione dell’Enciclica Rerum Novarum. In questo contesto socio-e-
            conomico operava Luigi Devoto che, nel 190, aveva auspicato utopisticamente
            che la Medicina avrebbe dovuto organizzare il lavoro su basi così fisiologiche da

            abolire, assieme alla fatica ed ai pericoli, la maggior parte dei contrasti fra capi-
            tale e lavoro. Numerosi furono i contrasti da parte della classe medica milanese
            ed universitaria pavese relativamente alla fondazione della Clinica che, peraltro,
            fu supportata da numerosi industriali e dai principali sindacati. L’obiettivo princi-
            pale che Devoto perseguiva era questo: “il malato è il lavoro e, pertanto, bisogna
            curare il lavoro per prevenire le malattie dei lavoratori”. Durante il suo lungo
            operato egli mantenne fede al moto inciso, per suo volere, sulla prima pietra

            della Clinica: in aliis vivimuss, movemur et sumus.


              Luigi Devoto, fondatore della Clinica del Lavoro di Milano

                             er rispondere al quesito che gli organizzatori hanno posto è
                             necessario parlare di Luigi Devoto che può essere conside-
                             rato il ri-fondatore della Medicina del Lavoro. Infatti grazie
                             alla sua intensa attività ed alle sue moderne intuizioni all’i-

              Pnizio del secolo XX fu fondata a Milano la Clinica del Lavoro
            (CdL), primo istituto clinico nel mondo rivolto allo studio, alla cura e alla preven-
            zione delle malattie professionali.

              Devoto, grande studioso degli scritti ramazziniani, si doleva che per numerosi
            decenni gli insegnamenti del Carpigiano fossero caduti nell’oblio, sia nelle aule
            universitarie che nella pratica corrente: Ramazzini fu fortemente criticato e av-
            versato dalla maggior parte dei suoi colleghi perché avviliva le scienze, umiliava
            le cattedre, scendendo nei pozzi, nelle gallerie frequentando i più umili ambienti
            di lavoro [1]. Come un fiume carsico in due secoli gli insegnamenti di Ramazzini
            hanno continuato a scorrere, qua e là riapparendo e finalmente il fiume da sot-




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