Page 117 - Atti convegno Ramazzini 2024
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i risultati sono stati certamente straordinari (peraltro, vale la pena di rilevare
            che ancora oggi, in realtà, la valutazione del rischio è un’attività complessa e in
            continua evoluzione).

              Comunque, è attraverso l’applicazione del metodo di osservazione diretta che
            abbiamo delineato che Ramazzini riesce ad individuare un gran numero di rischi
            occupazionali e delle loro conseguenze sulla salute dei lavoratori. Così identifica
            e distingue l’esistenza di rischi lavorativi dovuti a sostanze manipolate o che si

            liberano durante il lavoro, ovvero quello che oggi è conosciuto in medicina del
            lavoro come “rischio da agenti chimici”. Solo come esempio riconosce la possi-
            bilità che contaminanti presenti nell’aria (“Noxious alitus ac tenues particulas”)
            (4), come ad esempio le polveri inorganiche per i minatori o gli scalpellini, le
            polveri organiche per gli addetti alla raccolta e lavorazione del tabacco od alla
            cardatura della lana ed i pasticceri, i vapori per chimici, stagnai e fabbricatori di
            specchi, possano essere inalati e, attraverso i polmoni, causare varie patologie
            nei lavoratori, ovvero identifica il “rischio inalatorio”.

              Oltre al rischio dovuto ad agenti chimici, Ramazzini si rende conto dell’e-
            sistenza di un rischio professionale dovuto anche a quelli che oggi vengono

            definiti “agenti fisici”, quali il rumore o il microclima inadeguato, e riconosce, e
            descrive, alcuni dei quadri patologici conseguenti. Così, nel cap. V del supple-
            mento viene descritta l’attività dei ramai che, passando lunghe ore a battere il
            rame con un martello, sottoponevano l’apparato uditivo ad uno stimolo prolun-
            gato dovuto all’incessante rumore, e riconosce le possibili conseguenze: “…
            Curvi tutto il giorno a battere, prima con martelli di legno e poi di ferro il rame…
            E’ inevitabile che quel continuo frastuono produca disturbi alle orecchie e anche
            a tutta la testa; quei lavoratori infatti diventano mezzi sordi e, se invecchiano nel
            mestiere, sordi del tutto…”(3).

              Ma, certamente, non può non stupire come l’intuito formidabile di Ramaz-

            zini lo abbia portato ad individuare, pur non conoscendone gli agenti causali
            (scoperti solo due secoli più tardi), il rischio di contrarre malattie che oggi co-
            nosciamo essere dovute a fattori di rischio infettivi presenti nei luoghi di lavoro,
            ovvero gli abbia permesso di individuare (pur senza poterne riconoscere la vera


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