Page 122 - Atti convegno Ramazzini 2024
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Ramazzini, suo contemporaneo: entrambi hanno dedicato la loro attività ai la-
voratori ed alle lavoratrici delle loro città, Brescia e Modena, peraltro non molto
distanti tra di loro. La figura della lavandaia che vediamo nel dipinto è emblema-
tica di un mondo del lavoro femminile segnato da una profonda segregazione,
che in parte persiste ancora oggi. La differente distribuzione tra uomini e donne
nei comparti produttivi è spesso legata ai ruoli sociali della donna: assisten-
za alla persona, attività sanitarie, compiti legati alla quotidianità domestica. La
donna dipinta rivolge uno sguardo penetrante allo spettatore e sembra voler
raccontare la sua storia, lasciandoci immaginare il medico che raccoglie la sua
narrazione e la elabora per formulare diagnosi di malattia professionale o spunti
di prevenzione e promozione della salute.
Una tela di un Anonimo lombardo del secolo XVIII denominata “Interno di
cucina con suore al lavoro” (rappresentata nel catalogo della Fondazione Zeri
dell’Università di Bologna) (Figura 2) ci rammenta che Bernardino Ramazzini, in
maniera straordinariamente moderna e lungimirante, aveva saputo evidenziare
la relazione tra lavoro femminile e tumori descrivendo, tra l’altro, un’elevata
incidenza di tumore alla mammella tra le suore — un dato che oggi potremmo
leggere alla luce dell’epidemiologia moderna, considerando sia le caratteristi-
che biologiche che le condizioni ambientali e “lavorative”.
Le occupazioni svolte dalle donne tra il 1800 ed il 1900 sono efficacemente
rappresentate in molte raccolte fotografiche che offrono uno spaccato della vita
lavorativa e del ruolo nella società di quel periodo. E’ da osservare che nella
maggior parte delle ricerche scientifiche e delle pubblicazioni di questo periodo
le donne lavoratrici non rappresentano l’obiettivo principale; nella larga mag-
gioranza degli studi epidemiologici sul lavoro, le donne non sono rappresentate
ed in molti casi sono presenti in numero troppo basso per trarre conclusioni
affidabili. Alle soglie del nuovo millennio ricercatori e ricercatrici iniziano ad evi-
denziare questa importante lacuna: la sottorappresentazione produce un gen-
der gap, ovvero una mancanza strutturale di dati, ed alimenta il gender bias,
cioè un errore sistematico nel considerare l’impatto del lavoro sulla salute delle
donne. Un esempio efficace sono proprio i tumori occupazionali, che già Ber-
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