Page 116 - Atti convegno Ramazzini 2024
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lavoratori abbiano un’esposizione che comporta un rischio elevato: in ambedue
             i casi esiste la concreta possibilità concreta che la relazione tra lavoro ed altera-
             zioni dello stato di salute possa venire disconosciuta o, almeno, distorta .

               Volendo fare un esempio pratico, ancora oggi i medici si trovano di fronte a
             pazienti che presentano delle patologie e, spesso (o, forse, non tanto spesso),
             possono chiedere il lavoro svolto. Però, senza avere una conoscenza o meglio,
             una conoscenza adeguata delle mansioni effettive e del rischio lavorativo che

             potrebbe essere alla base delle alterazioni di salute rilevate, esiste il rischio
             concreto di non riuscire a pervenire ad una corretta interpretazione diagnostica.
               Ramazzini aveva intuito questo limite? Ovvero, aveva intuito che la sola cono-

             scenza generica del lavoro svolto dal paziente è certamente di grande rilevanza,
             ma non è sufficiente per riconoscere correttamente la relazione tra il lavoro e i
             danni per la salute (o almeno non sempre lo è)? Il metodo sviluppato ed appli-
             cato per le sue ricerche induce a ritenere che Ramazzini avesse avuto questa
             intuizione, e ne fosse ben conscio. Infatti, affronta il problema facendo una cosa
             che, verosimilmente, nessun medico aveva fatto prima di lui, e comunque non
             con un approccio confrontabile: si reca direttamente nei luoghi dove il lavoro

             viene svolto, inventando quello che attualmente definiremmo “sopralluogo”, per
             prendere visione diretta degli ambienti, delle attività lavorative, delle modalità
             con le quali le attività sono svolte, anche interloquendo con i lavoratori per rac-
             cogliere informazioni utili.

               Ramazzini racconta che era solito dedicare del tempo all’osservazione dei
             lavoratori mentre svolgevano le attività nel loro luogo di lavoro “…non mi sono
             sentito sminuito quando, per osservare tutte le caratteristiche del lavoro manua-
             le, entravo nelle botteghe artigiane più modeste…” (3).

               L’attività di Ramazzini comprendeva un esame del ciclo produttivo di ogni
             attività, e delle condizioni ambientali in cui il lavoratore si muoveva, comprese
             informazioni sulle sostanze e gli strumenti utilizzati nel corso delle lavorazioni
             effettuate. Gli strumenti disponibili all’epoca di Ramazzini non gli permettevano
             molto di più di stime basate sull’osservazione e sulla percezione soggettiva, ma




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