Page 164 - Atti convegno Ramazzini 2024
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sia sempre più sfumato. Già Ippocrate, nel IV secolo AC, sottolineò la necessità
di inquadrare la patologia e soprattutto il malato nel contesto ambientale in cui
vive.
In seguito, la conferma dell’essenzialità di questo nesso si è reso sempre più
evidente: si pensi ad esempio all’ impatto dell’amianto sulla salute, ma anche
in maniera più localizzata a quanto è stato fatto nel distretto delle ceramiche
industriali (2).
Su questo tema l’Ufficio Internazionale sul Lavoro (ILO) chiarisce ed esempli-
fica in modo definitivo l’essenzialità di questo rapporto (3). Questa consapevo-
lezza ha portato all’emergere di organizzazioni che utilizzano le evidenze scien-
tifiche in campo di salute ambientale come leva per ottenere azioni politiche per
la tutela della salute pubblica, tra le quali l’International Society of Doctors for
the Environment (ISDE).
Esiste infatti un legame fortissimo tra la medicina ambientale e la medicina
del lavoro, che si manifesta concretamente nelle lotte contro quegli agenti pa-
togeni che non rispettano i confini artificiali tra luoghi di lavoro e gli ambienti di
vita, come nel caso dell’amianto o dei pesticidi. (3).
Le sfide del presente: dalla produzione di evidenze all’ advocacy
L’approccio innovativo di Ramazzini, basato sull’osservazione diretta delle
condizioni lavorative e sul dialogo con i lavoratori, trova oggi una naturale evo-
luzione nelle moderne pratiche della medicina, e soprattutto nella pratica di
advocacy scientifica (4). L’ISDE rappresenta un esempio emblematico di questa
continuità metodologica, operando per facilitare l’incontro tra i due mondi della
produzione delle evidenze scientifiche e dei decisori politici con potere legisla-
tivo.
Questa interconnessione è evidente nelle reti collaborative europee come
HEAL e EPHA, che coordinano e guidano il lavoro di sensibilizzazione delle isti-
tuzioni sui temi della salute ambientale a livello europeo.
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